CLUB CALIBRO 16

"Alla ricerca del tempo perduto"

Le canne della doppietta basculante

Il fucile da caccia

Iniziamo questo percorso alla scoperta delle canne della doppietta da caccia citando una celebre frase del grande W. W. Greener "IL FUCILE DA CACCIA MODERNO A DUE CANNE SI COMPONE DI 95 PARTI LE PIU' IMPORTANTI DELLE QUALI SONO LE CANNE". Questa citazione, di un grande costruttore di fucili, racchiude una grande verità; nelle canne avviene il fenomeno esplosivo e nella canne si sviluppano tutti i fenomeni di balistica interna e terminale che condizionano l'efficacia del tiro. La canne della doppietta da caccia sono perciò le parti più importanti di essa.

Le canne di una doppietta da caccia (ma lo stesso concetto vale per il sovrapposto) sono un pezzo reso unico dalla lavorazione; sono la risultante dell'unione di due particolari tubi di acciaio e di due bindelle una superiore e l'altra inferiore (destra e sinistra nel sovrapposto). Le due canne non sono cilindriche ma hanno la struttura di due lunghi tronchi di cono essendo più larghe verso la culatta e andando via via restringendosi verso la volata. Le canne della doppietta da caccia sono convergenti tra loro e tale convergenza avviene a circa m. 1,70 dalla volata, la lavorazione fa però si che le stesse proiettino a 40 metri la rosata dei pallini nello stesso punto. Oltre tale limite la canna sinistra tende a sparare a destra e quella destra a sinistra. Tale fattore è praticamente ininfluente nei munizionamenti a pallini, mentre risulta elemento di cui tener conto nel tiro a palla dove la stessa è utilizzata anche per tiri di 100 metri.

La struttura stessa delle due canne affiancate aumenta, rispetto ad altri tipi di fucili, anche i fenomeni (in linea teorica) di rischio tenuta dell'assetto canne-bascula; vi è inoltre da rilevare che le cane affiancate danno una maggiore sensazione di rinculo, tanto maggiore quanto maggiore è la piega del calcio

Le canne della doppietta da caccia sono costruite completamente in acciaio; il cacciatore non è ovviamente in grado di valutare la bontà dello stesso ma nomi storici dell'industria armiera hanno sempre garantito grande qualità (Whitworth, Vickers "A", Lengrann, Wahlnerine, Cockerill, Ugine, Holtzer, Krupp, Poldi, Böhler). Gli acciai utilizzati per le canne dei fucili da caccia onde resistere all'ossidazione accelerata dalle altissime temperature della combustione della polvere, sono trattati per renderli inossidabili.

Accoppiamento delle canne

L'accoppiamento delle canne avviene utilizzando delle bindelle, strisce di acciaio che nella doppietta sono due una inferiore ed una superiore. Mentre la bindella inferiore non appare particolarmente sagomata avendo l'unica funzione di unione delle canne, la superiore, oltre che svolgere la medesima funzione, funge da appoggio della linea di mira e termina con il mirino.

Onde evitare che una superficie liscia possa generare riflessi che infastidiscono la mira la stessa risulta zigrinata.

Oltre che per tutta la lunghezza delle canne, il loro accoppiamento avviene anche in culatta, sui piani delle canne e sui relativi tenoni; questa esecuzione può avvenire con modalità diverse:
A) canne demi-bloc con tenoni ottenuti dallo stesso metallo delle canne e bindelle saldate a stagno;
B) Canne monobloc di culatta con bindelle saldate a stagno
C) Canne saldate all'ottone di culatta, piani monopezzo con i tenoni
D) Canne saldate ad ottone ed tenoni incastrati a coda di rondine saldati a forte.

Le canne sono unite assieme sia con i semi tenoni a incastro a coda di rondine che con rivetti ribattuti e resi invisibili. L'unione può essere ulteriormente realizzata con saldatura elettrica.

Il sistema monobloc (universalmente utilizzato nei sovrapposti) è ottimo e molto utilizzato anche per le doppiette. Tale sistema prevede la predisposizione di un blocco di acciaio, nel quale sono ricavati i tenoni ed i piani delle canne, le sedi degli estrattori e i manicotti all'interno dei quali vengono innestate le canne. Il sistema è ottimo perché evita l'azione a saldature forte delle culatte e dei tenoni. Una volta il sistema faceva evidenziare uno scalino nell'unione per cui si usava martellare le canne creando nell'unione dei due componenti una specie di zigrinatura ornamentale. Le tecniche moderne e le lavorazioni di precisione dell'ultimo cinquantennio hanno permesso di evitare lo scalino e le canne monobloc ad un occhio non attento appaiono completamente lisce ed unite senza bisogno di zigrinatura. 

Il sistema con canne saldate ad ottone e piani monopezzo con i tenoni, è il più economico ed offre un'ampia superficie di saldatura, permettendo di lasciare le canne rotonde in culatta; però tende ad ispessire troppo le canne che il costruttore deve compensare con la limitazione dell'altezza della bascula o in alternativa limare un po' le canne dal quale risulta un indebolimento.
Il sistema con canne saldate ad ottone ed tenoni incastrati a coda di rondine saldati a forte era una volta utilizzato nei grossi calibri (4 e 8) ed oggi rimane presente solo negli express.

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